Dopo aver fatto tappa a Cagliari e Perugia a Roma si svolgeranno gli “Incontri con il Cinema Buddhista” alla terza edizione, realizzati da Fondazione Maitreya e Asiatica Film Festival, con il contributo dell’otto per mille dell’Unione Buddhista Italiana. La rassegna che presenta il buddhismo come religione, disciplina, filosofia, teologia, mitologia e tradizione propone undici opere tra fiction, documentari e un cortometraggio, provenienti dal Bhutan, Cina, Germania, Giappone, India, Italia, Myanmar, Nuova Zelanda, Olanda e Spagna. Al Nuovo Cinema Aquila a Roma dal 29 novembre al 1 dicembre verranno proiettate tutte le opere accompagnate da presentazioni e incontri. La selezione di questa terza edizione intende offrire, oltre che opere di ambiente buddhista, anche film che possono essere avvicinati a temi cari all’insegnamento del Buddha. Incontri per conoscere il pensiero di questa espressione religiosa e scoprirne le tradizioni dei paesi in cui è maggioritaria e i nuovi autori creativi che hanno saputo condividere con immagini e parole questa esperienza spirituale.
In anteprima, sul grande schermo dal Regno del Bhutan Pig at the crossing del maestro spirituale Khyentse Norbu, Lama buddhista, scrittore e regista, acclamato dal suo esordio con “The Cup”, distribuito con successo anche in Italia, fino a “Looking for a Lady with Fangs and a Mustache” proiettato nella prima edizione di Incontri. Dopo la morte improvvisa in un incidente di motocicletta del giovane protagonista, il film esplora l’idea buddhista dell’esperienza “del bardo” (post-morte) attraverso un realismo magico, un’improvvisazione creativa nella narrazione, nella regia, realizzata da molti aspiranti registi e giovani tecnici bhutanesi.
Dal paese più lontano a sud-est dell’Australia, la Nuova Zelanda, I am the river, the river is me, è un invito a riflettere sul nostro rapporto con il mondo che ci circonda, soprattutto con la natura.Per i Māori, il fiume Whanganui è un essere vivente – il loro antenato. Questa convinzione è stata istituzionalizzata dalla legge neozelandese. Riconoscere al fiume una personalità giuridica è un modo di protezione ambientale per il fiume e un modo per convalidare legalmente la visione del mondo Māori. Diretto e filmato anche con troupe maori da Petr Lom cosmopolita regista buddhista cecoslovacco-canadese, il documentario è un appello all’unità e l’affiatamento, al riconoscimento che siamo tutti, letteralmente e metaforicamente, sulla stessa barca.
Dalle montagne dell’HimalayaSnow Leopard storia di come persone e animali vanno finalmente d’accordo, storia di una compassione, una sollecitudine e di un amore impareggiabile, come quello dell’autore regista Pema Tseden in questo suo ultimo film. Pema Tseden, uno dei registi più emozionanti e stimolanti emersi e acclamati in questo nuovo millennio, è stato il primo tibetano a diplomarsi alla prestigiosa Accademia del Cinema di Pechino; con i suoi film realizzati nella regione autonoma del Tibet ha costituito il nucleo della comunità cinematografica tibetana riconosciuta in Cina e nei festival internazionali.
Del ciclo buddhista di morte e reincarnazione il “samsara” non è una visione univoca. Incontri presenta due versioni cinematografiche, due narrazioni e interpretazioni, entrambe dal titolo Samsara, la prima indiana, diretta da Pan Nalin, girata in Ladakh, Kashmir film cult del 2001, e Samsaradi Lois Patiche accompagna lo spettatore nei templi e i fiumi del Laos insieme a dei monaci adolescenti, per incarnarsi in Tanzania sulle spiagge di un villaggio di pescatori musulmani.
Dal Giappone il documentarioCarving the divinedove il maestro Koun Seki è determinato a tramandare la sua arte Busshi alle generazioni future, termine giapponese per artisti buddhisti specializzati nella scultura di immagini in legno per i templi. Veniamo così trasportati in un viaggio attraverso una cultura diversa da qualsiasi cosa esistente oggi in Occidente. Un accesso senza precedenti ai segreti del Buddhismo Tantrico giapponese Shingon (Vera Parola). Una visione profonda del significato del Busshi all’interno della psiche giapponese e della natura della perseveranza umana. Dall’UngheriaAngry Buddha, documentario del 2015, inedito in Italia, scritto e diretto dal regista tedesco Stefan Ludwig, testimonianza della lunga battaglia nel corso degli anni di Janos, rom, convertito al buddhismo sull’esempio dei dalit, gli intoccabili, del dr. Ambedkar in India, monaco buddhista “arrabbiato” che usa l’umorismo e la propria vitalità per far sopravvivere una comunità, un centro sociale di giovani rom vittime del pregiudizio, oggi, post documentario, chiuso e raso al suolo dalle autorità populiste nazionaliste xenofobe ungheresi.
A tre anni dalla caduta di Kabul in Afghanistan, il giovane regista videomaker curdo iraniano Ayoub Naseri, presenterà il suo documentario d’esordioIl cielo e’ mio, prodotto da Ubi, storia di Aziz, insegnante d’arte afgano padre di due bambini, in fuga dal regime dei talebani, accolto in un monastero storico italiano, con il suo amato figlio disabile Erfan, testimonianza di coraggio e speranza.
Due documentari e un cortometraggio Song of soulsdiretto e montato dall’artista Sai Naw Kham, e Myanmar Diarieslungometraggio realizzato da un collettivo di filmmakers anonimi sul drammatico conflitto tra giunta militare e resistenza, vincitore del Berlinale Documentary Award, entrambi i documentari testimoniano la creatività nella lotta di un popolo in un paese a maggioranza buddhista. La regista di Song of Soul commovente e ipnotizzante canto doloroso sull’impermanenza, è originaria degli stati Shah del Myanmar dove da oltre sessant’anni infuria la guerra civile. Moe Myat May Zarchi, autrice del cortoThe Altar è una regista e artista audiovisivo birmana, laureata alla New York Film Academy i suoi film sono stati presentati in festival internazionali e ha esposto in diverse gallerie d’arte, ha anche co-fondato Matter. Audiovisual Lab, la prima piattaforma artistica interdisciplinare e sperimentale in Myanmar. Per cercare di capire di più il martoriato Myanmar, incontro con lo scrittore, saggista esperto di sud-est asiatico Emanuele Giordana.
Come già nelle precedenti edizioni, Incontri presenterà libri, nel solco dell’insegnamento buddhista, “Buddha in 35mm” sarà introdotto da Maria Angela Falà presidente della Fondazione Maitreya, in conversazione con l’autore Augusto Q. Bruni.
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti – Tutti i film sono in originale con sottotitoli in italiano.
Officina delle Culture Aps presenta la sesta edizione di Officina Estate che inizierà con il laboratorio di Elena Rosa presso la Casa di Heidi e abiterà poi l’arena della Biblioteca Laurentina dal 30 agosto all’8 settembre con spettacoli, laboratori e performances ad ingresso libero.
Il progetto, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Estate Romana 2023-2024” curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE.
La manifestazione, organizzata anche con il sostegno della Unicoop Tirreno, con la collaborazione della Consulta della Cultura Roma IX, dell’associazione Botteghe del Mondo e la mediapartnership di Limina Teatri sarà una festa di suoni, incontri di culture, poesia e danza.
Officina Estate è una comunità aperta che sceglie il confronto e l’approfondimento e si incontra in una festa dove riunire maestri e compagni di viaggio. L’Arena della Biblioteca Laurentina/Centro Culturale Elsa Morante, ben si presta a diventare villaggio per accogliere gli spettacoli, i concerti e i laboratori. L’Officina delle Culture, associazione di promozione sociale che contro l’indifferenza e i facili odi promuove l’incontro e la conoscenza con eventi artistici e laboratori, continua ad animare il Municipio IX con un festival estivo ricco di musica, arte, teatro, letteratura ed incontri pensati apposta per Officina Estate 2024.
La manifestazione inizia a mettersi a confronto con il territorio dal 25 agosto con il laboratorio teatrale e con gli incontri per la costruzione della video-performance collettiva Ecco il mio nome realizzata da Elena Rosa con i senza fissa dimora de La casa di Heidi, ricovero per i senzatetto situato a meno di un chilometro dal Centro Culturale. Dal 30 agosto all’8 settembre l’arena della Biblioteca Laurentina promuoverà la ricchezza di molte culture e del loro incontro. Da Cuba con Summer Salsa al Senegal con i Tam Tam Morola, fino alla musica errante dei Mish Mash (inaugurazione 30 agosto, ore 21.00). Anche quest’anno in programma l’atteso laboratorio di percussioni aperto a grandi e piccini con il maestro Moustapha Mbengue. Summer salsa è una giornata dedicata alla nota danza ed alla cultura cubana con un concerto dal vivo di musicisti cubani con il cantante Jo Elys laboratori per danzatori di diversi livelli e il dj Daniel (31 agosto). La manifestazione continua ad immaginare diversi pubblici e dedica ai bambini uno spettacolo di teatro ragazzi con il clown Paolo D’Isanto di Abraxa Teatro (domenica 1 settembre, ore 17.00). Come un soffione a Spinaceto è l’esito dell’azione urbana realizzata da Anahi Mariotti in collaborazione con Cristina Gasperin a Spinaceto dove hanno incontrato e intervistato persone che hanno rivissuto i loro giochi di infanzia. Emanuela Giudice con il coro Note Magiche celebra l’incontro tra gli utenti del centro diurno di via Casilina, i familiari ed apre ad un laboratorio aperto a tutti (7 settembre ore 11.00) che precede il concerto (domenica 8 settembre ore 11.00). Marcello Sambati immagina e tesse tre serate dedicate all’esplorazione di mondi e tecniche dell’immaginario, unico fenomeno umano in grado di contrastare efficacemente l’ormai inarrestabile assedio della tecnica e dell’artificio. Solo opere fantastiche possono contrapporsi ai prodotti della tecnica con Marco Ariano ed Elena Rosa. In programma Canti Ibridi a cura di Marco Ariano (6 settembre, ore 21.00), Ontogenesi di e con Marcello Sambati (7 settembre, ore 21.00), Il giardino delle voci a cura di Marcello Sambati (8 settembre, ore 21.00).
Chiara Dotta presenterà il suo libro E’ sempre Venere (Paesi edizioni 2024).
Dal 30 agosto all’8 settembre – Biblioteca Laurentina | Piazza Elsa Morante
LA CASA DI HEIDI – VIA BEPPE FENOGLIO, 5 /MUNICIPIO IX ROMA
Un laboratorio teatrale, a cura di Elena Rosa, rivolto ad un gruppo di senza fissa dimora, giornate intese come occasione di incontro, dove attraverso il linguaggio visivo, gestuale e poetico, ci si potrà esprimere nella forma più adeguata alla propria personalità e alla propria cultura. Il corpo sarà inteso come territorio di libertà espressiva, la voce come canto, verso, urlo, silenzio e respiro.
Un luogo-laboratorio di alterità, dove l’identità è metamorfica, è creazione in divenire, è metafora, è similitudine…
Io
come una farfalla
mi dibatto nell’estasi
attorno alla corolla di un fiore
a prolungare il canto della mia migrazione. (Adonis)
Così la poesia è il mezzo per ri-chiamare l’interiorità dell’essere e l’anima di ogni popolo. Il percorso si ispirerà ai versi di autori esiliati in Occidente tra cui il poeta siriano Adonis (da cui il nostro titolo dall’omonima opera). A chiusura del laboratorio verrà presentata una
video-performance aperta al pubblico.
INGRESSO GRATUITO riservato agli utenti de La casa di Heidi
VENERDI’ 30 AGOSTO 2024 – ORE 21.00
CONCERTO MISH MASH
Una narrazione affascinante dei suoni che abitano il Mediterraneo. Gli spunti principali sono nel repertorio klezmer, nelle romanze sefardite, nei brani tradizionali di musica persiana e nei brani originali e d’autore.
L’ensemble Mishmash (termine mobile che in varie lingue racchiude diversi significati legati al concetto di ‘mescolanza’) formato da Yasemin Sannino, voce, Marco Valabrega al violino e viola, Bruno Zoia al contrabbasso e Mosshen Kasirossafar alle percussioni persiane, propone una versione molto originale e affascinante del complesso di suoni che abitano il Mediterraneo, il mondo medio-orientale, i paesi dell’Est. Di cultura e tradizioni diverse (cristiana, ebraica, musulmana, buddista), la loro musica trova gli spunti principali nel repertorio klezmer (la musica delle comunità ebraiche ashkenazite), nelle romanze sefardite che abbracciano un territorio dalla Spagna alla Turchia, nei brani tradizionali di musica persiana e medio-orientale, nei brani originali e d’autore ispirati da queste stesse culture musicali, con scelte di arrangiamento e d’esecuzione che ricreano quel sapore ‘vagabondo’ che da sempre caratterizzano questi repertori.
Il concerto di Joelis con il gruppo Son con class sarà l’apice di una giornata a cura di Ronald Moran, dedicata alla salsa cubana con laboratori gratuiti con i maestri delle più importanti scuole di Roma, musica dal vivo e dj set. La giornata di questa estate caliente vuole promuovere la musica e la danza cubana coinvolgendo alla partecipazione ballerini dilettanti ma anche professionisti. Il pomeriggio si aprirà con lezioni gratuite diverse, suddivise per livello (ore 19.00 principianti – ore 20.00 avanzato). Alle 21.00 un’orchestra dal vivo con tanto di timbal, congas, basso, tres, tromba, piano e una splendida voce cubana porterà i ritmi dell’isola caraibica a Roma. Il cantante cubano Joelys con sua band Son con class eseguirà un vero concerto dal vivo di musica tradizionale cubana. Chiuderà la serata il dj set di Daniel.
regia Emilio Genazzini, testo e interpretazione Paolo D’Isanto, Costumi Maria Di Bonito.
È la storia di un papà divenuto clown per amore, per amore dei figli che non riuscivano mai a giocare con lui. I bimbi diventarono così tristi e arrabbiati, che finalmente, prima che fosse troppo tardi, lui capì e si trasformò in uno dei clown più eccentrici e allegri: Zuppetta. Da quel momento lui coinvolse i bambini, ma anche qualunque altra persona senza limiti di età, nei suoi giochi rendendoli proprio tutti protagonisti, alla ricerca del buffo, che è in ognuno per ridere un po’ di sé e della vita.
Una zuppa di allegria e di emozioni con la semplicità e la fragilità propria dell’uomo – clown spesso posto di fronte a ciò, che solo apparentemente è più grande di lui. Nello spettacolo Zuppetta si presenterà agli occhi dei bambini danzando dentro una strana e gigante tazza da latte con la quale creerà la prima scena buffa, conquistandosi immediatamente la simpatia dei bimbi. Lo spettacolo suscita le atmosfere più gioiose per i piccoli spettatori avvalendosi anche di melodie sulle quali sono confezionati ad arte scherzi e magie. Zuppetta alias Paolo D’Isanto é un clown che tende ad unire l’arte dell’improvvisazione con abilità quali, magie, bolle di sapone, giocolerie e clave di fuoco (negli spazi dove è possibile utilizzarle) con l’intento di creare scene interattive comiche e godibili per le tematiche che sono presentate all’interno di queste scene.
Di Anahi Mariotti, a cura di Michela Becchis, con il contributo di Cristina Gasperin
Anahi Mariotti, artista performer e attivista della Casa delle Donne “Lucha y Siesta” propone una performance relazionale appositamente pensata per “Officina Estate”. La performance nasce dalla riflessione per cui la narrazione delle vite, la connessione tra i vissuti, la voce delle persone come corpi collettivi parte molto di frequente dai ricordi d’infanzia e dai giochi che si facevano in quel momento della vita. Il lavoro prenderà il via con una serie di incontri fatti in vari luoghi di Spinaceto e di Laurentino in cui l’artista chiederà alle persone di raccontare quali giochi facessero da bambini e dove ( a casa? per strada? in un cortile?). Tutti i racconti verranno registrati e poi rielaborati dall’artista per una restituzione visiva e audio che costituirà la vera performance.
venerdì 30 agosto ore 18.00, sabato 31 agosto ore 18.00, martedì 3 settembre, ore 18.00
LABORATORIO PERCUSSIONI
con Moustapha Mbengue, Ismaila Mbaye, Elhadje Mbaye
In una didattica che promuove la condivisione di saperi e il divertimento, in uno spazio aperto a musicisti di tutte le età e tutti i livelli, il noto percussionista Moustapha Mbengue svelerà le tecniche del tamburo, condividendo con i partecipanti le ritmiche africane e la capacità di suonare insieme divertendosi.
con Moustapha Mbengue, Ismaila Mbaye, Elhadje Mbaye
Una festa di danza e musica africana nata dall’incontro tra artisti di origine senegalese della compagnia di danza e musica dei Tam Tam Morola di Moustapha Mbengue. Ne nasce una festa carica di incanto e meraviglia, dove la danza tradizionale e acrobatica offre all’uomo la grande riconciliazione di testa e corpo, di pensiero e istinto, attraverso la liberazione del gesto e l’abbandono al ritmo potente e costante dei tamburi dei Tam Tam Morola. Le danze tradizionali delle cerimonie africane saranno presentate anche negli abiti tradizionali che ci porteranno a rivivere una vera festa africana, dove pubblico di ogni età verrà travolto da una irrefrenabile energia gioiosa.
L’IMMAGINARIO HA GLI OCCHI APERTI (seconda edizione)
a cura di Marcello Sambati.
Tre serate dedicate all’esplorazione di mondi e tecniche dell’immaginario, unico fenomeno umano in grado di contrastare efficacemente l’ormai inarrestabile assedio della tecnica e dell’artificio. Solo opere fantastiche possono contrapporsi ai prodotti della tecnica. Da forme sensibili a forme immaginative individuali e collettive che attingono all’inesplorato della natura una grammatica dell’immaginazione per orientarsi nel mondo. Siamo tutti membri della comunità biotica della terra. Ogni forma di vita è umana in quanto è nominata e decisiva per l’uomo. Seconda edizione
Non distinguere un’anima e un corpo. Non dividere il ritmo dal respiro corporeo che gli dà vita, dal movimento trascorrente. S.Solmi
Progetto performativo-laboratoriale basato su pratiche di transito corpo-suono. Un lavoro radicale, de-costruttivo, che tende a liberare dalla pre-posizione umana, a smarginare i corpi ed a introdurli al pulsare di altre forme di vita. Ritmi smisurati, voci deitte, corpi che si oltrepassano in (im)possibili mozionalità ecofoniche, in sconosciuti paesaggi della risonanza.
Essere in faccia alla natura e non agli uomini, è l’unica disciplina. Di fronte alla natura inerte l’unica risorsa è pensare. Simon Weil
Voce e parola sospesa nel fallimento dell’intelligenza, atto disperato del sentire e del sapere davanti all’incerta apparizione del Possibile, del mistero della differenza nella figura della separazione.
La realtà non è tutta nell’intelligenza dell’umano – proprio ciò che ad essa sfugge ne decreta l’oltraggio e il fallimento. C’è un tempo in cui bisogna fermarsi per rinascere.
Pensiero del giardino della terra, perlustrazione dei suoi mondi, ascolto delle sue lingue mute, fino ai silenzi analogici dell’inorganico e dell’immateriale – polvere, pietra, gelo-visioni, sentimenti, illuminazioni. “Noi” come categoria biologica-immaginaria in un teatro di mondi.
Siamo tutti membri della comunità biotica della terra, ogni forma di vita, stupefatta della sua stessa possibilità di essere, è nella nostra stessa vita. Sui nostri sentieri e, ancora per poco, ai nostri orizzonti.
Solstizio d’inverno, cielo stellato. Intorno i moniti della notte, dove cresce la pianta del più niente, a ricordarci il suo sempre tornare, come un perdono prima della fine.
8 settembre ore 21.00 Ecco il mio Nome a cura di Elena Rosa Video-performance sull’esperienza poetica e visiva dell’Incontro-Laboratorio con i giovani migranti.
Uno è sempre l’indice di una molteplicità: un evento, una singolarità, una vita. Una vita è ovunque. Deleuze
Esito di un laboratorio teatrale rivolto ad un gruppo di senza fissa dimora, giornate intese come occasione di incontro, dove attraverso il linguaggio visivo, gestuale e poetico, ci si potrà esprimere nella forma più adeguata alla propria personalità e alla propria cultura. Il corpo sarà inteso come territorio di libertà espressiva, la voce come canto, verso, urlo, silenzio e respiro. Un luogo-laboratorio di alterità, dove l’identità è metamorfica, è creazione in divenire, è metafora, è similitudine…
Io come una farfalla mi dibatto nell’estasi attorno alla corolla di un fiore a prolungare il canto della mia migrazione. (Adonis)
Così la poesia è il mezzo per ri-chiamare l’interiorità dell’essere e l’anima di ogni popolo. Il percorso si ispirerà ai versi di autori esiliati in Occidente tra cui il poeta siriano Adonis (da cui il nostro titolo dall’omonima opera). A chiusura del laboratorio verrà presentata una video-performance aperta al pubblico.
8 settembre ore 21.30
Il Giardino delle Voci
A cura di Marcello Sambati
Necessarie, consapevoli, alchemiche, rigeneranti. Visioni, respiri, scritture, radici di lingue, canti e incanti di esistenze.
Evento corale che attinge all’immenso patrimonio del pensiero artistico, poetico e filosofico.
7 settembre ore 11.00 laboratorio, 8 settembre ore 11.00 concerto
NOTE MAGICHE
a cura di Emanuela Giudice
L’Associazione Le Artivendole opera perché la pratica e la fruizione della musica e dell’arte sia alla portata di tutti;
All’interno della manifestazione Officina Estate propone due tipi di eventi:
7 settembre ore 11.00
Il laboratorio di canto corale consentirà di acquisire gli strumenti di base del canto, alcuni cenni di improvvisazione vocale collaborativa e lo studio di uno o due brani . Per chi, durante il laboratorio, dimostrasse una particolare abilità nel canto, ci sarò la possibilità di esibirsi, nei brani studiati, con il coro Note Magiche, durante la stessa manifestazione
8 settembre ore 11.00
Il concerto del Coro Note Magiche, coro integrato composto da utenti, operatori, familiari e amanti del canto corale, nasce da un’idea della Dott.ssa Marianna Amara e dalla decennale collaborazione tra U.O.C. Centro di salute mentale Distretto V di Via Casilina, Associazione Le Artivendole e il Centro Diurno di Via Casilina – Gattamelata nell’ottica del fare assieme con la finalità di potenziare capacità espressive, stimolare processi di risocializzazione attraverso la partecipazione regolare al laboratorio corale e agli eventi musicali programmati.
Il Coro è attivo sin dal 2014 e ha partecipato a numerosi eventi tra cui il Festival cinematografico lo spiraglio, Abili oltre, le edizioni 2022 e 2023 di Ro.Mens (festival della salute mentale), lo spettacolo R-esistenze e Liber-azioni presso il teatro Tor Bella Monaca, Moscerine Film Festival. Ha all’attivo collaborazioni con altre band integrate tra cui la c.o.s.m.i.c. Sband, afferente alla A.s.l. Rm6 (zona Castelli Romani) e artisti ed artiste che negli anni hanno collaborato con il coro.
con Chiara Dotta (autrice), Carla Romana Antolini (Officina delle Culture), Emanuele Silvestri (letture), Daniele Nofri (pianoforte).
E’ sempre Venere (PaesiEdizioni 2024) è il racconto di Daria, una donna in cerca della sua amata gatta Stella, sparita dal cortile di un palazzo in un quartiere di Torino. Una ricerca estenuante di sei notti e sette giorni, durante i quali emerge potente il vissuto di una donna tra precarietà, separazioni, difficoltà economiche e l’amore per altre donne e uomini, che l’hanno usata lasciandola senza amore. Come è accaduto a Cécile, ballerina dell’Opera di Parigi dell’Ottocento, la cui biografia affiora dalle pagine di un diario che Daria sta leggendo, e con la quale si immedesima: tra privazioni, delusioni, amori tormentati, il sentirsi solo un oggetto del desiderio, schiava dei soldi e dei potenti. Una storia di donne che si confessano e si fanno eco, alla ricerca di qualcosa che non trovano, come Stella, che fa da filo conduttore e le rispecchia simbolicamente. La ricerca della gatta scomparsa è la ricerca di sé e del proprio posto nel mondo.
La grande festa della musica tradizionale dalla Sardegna alla Persia.
“Dance, dance otherwise we are lost” (Pina Baush)
Dal 7 all’11 dicembre arriva la dodicesima edizione di Errichetta Festival, la grande festa della musica tradizionale a Roma. Cinque serate di musiche, canti e balli popolari. I concerti si terranno a Roma al Teatro Italia dal 7 al 9 dicembre, nella Chiesa di San Nicola a Riofreddo domenica 10 dicembre e nella Basilica di San Crisogono lunedì 11 dicembre 2023; si volerà dalla Grecia all’Iran, dal Libano alla Corsica, passando dal Friuli e dalla Sardegna fino ad arrivare alla Bulgaria, un viaggio entusiasmante ideato e realizzato da Errichetta Underground in collaborazione con Officina delle Culture aps.
Finanziato dal Fnsv del Ministero della Cultura Italiano tra i festival di musica contemporanea e d’autore, Errichetta Festival è sostenuto anche da Ismeo Associazione Internazionale di studi sul Mediterraneo e l’Oriente.
Tra tradizione e innovazione il progetto artistico dell’Errichetta Festival propone riscritture della musica popolare, per portare al pubblico creazioni originali basate su suoni, strumenti e danze, creando ponti di incontro tra culture solo apparentemente distanti.
La programmazione è il frutto di una sintesi tra musicisti italiani e internazionali di alta rilevanza artistica e giovani ensemble emergenti che presentano in anteprima creazioni originali.
Il gruppo Toranj Special Project che suonerà in questa occasione, con quattro musicisti in arrivo dall’Iran, si amplia a partire dall’omonimo quartetto, formazione ibrida che nasce dall’incontro tra due musicisti iraniani e due italiani per presentare brani di musica classica persiana dove la composizione e l’improvvisazione si basano sul sistema del Radif, corpus formale/melodico tramandato oralmente, e trascritto poi nel XIX secolo.
Dalla Corsica la musica barocca di Camerata Figarella, composta da giovani virtuosi di musica classica e barocca provenienti dalle più prestigiose formazioni orchestrali europee.
Importante approfondimento quest’anno è dedicato alla polifonia. Sarà presente il Coro femminile dell’Accademia di Arti Tradizionali Bulgara di Shiroka Laka, guidato dal maestro Gancho Gavazov, che imprime alla coralità femminile bulgara una profonda spinta innovativa.
La formazione Tenores di Orosei, attraverso una sapiente rielaborazione del canto a “Cuncordu”, forma polifonica sarda eletta patrimonio Unesco, mescola composizioni originali a canti popolari in una sintesi illuminante.
Il progetto Anutis parte dalla composizione Cantata per Pier Paolo Pasolini di Giovanna Marini, che viene reinterpretata da Laura Giavon, Juliana Azevedo, Alba Nacinovich, Caterina De Biaggio, affondando le radici nel Friuli, terra di origine di Pasolini.
Evgenios Voulgaris, interprete della musica bizantina e ottomana, insieme a Fausto Sierakowski, Ilias Mantikos, Alexandros Rizopoulosdarà vita a Trale Zurne e i daouli che in un concerto esplosivo fatto di danze e canzoni farà apprezzare la musica greca tradizionale. Il duo composto da Salvatore Morra, etnomusicologo e suonatore di oud, e Marzouk Mejri, polistrumentista tunisino, incentra la sua ricerca sul repertorio arabo del mālūf, musica urbana di origine arabo-andalusa.
Nell’edizione 2023 sono state ideate le seguenti creazioni originali:
– Roma – Beirut Connection prima assoluta della suite del gruppo composto da Federico Pascucci, Firas Andary, Farah Kaddour, Samah Boulmona, Ali Hout, Iacopo Schiavo, Marco Zenini
– Maluf Movement – prima assoluta della composizione del duo formato da Salvatore Morra e Marzouk Mejri.
– Anutis la nuova cantata per Pier Paolo Pasolini prima assoluta della riedizione dell’opera di Giovanna Marini.
– Visionary Akwaba Ensemble prima assoluta della suite composta da Edoardo Petretti e arrangiata insieme a Marco Zenini, Alessandro Butera, Francesco De Rubeis. L’Ensemble nasce dall’incontro di musicisti provenienti dal jazz, dalla musica classica e di ricerca e si pone l’obiettivo di approfondire i legami tra la tradizione africana e la contaminazione che essa ha contribuito a sviluppare con l’incontro del folklore delle Americhe e della musica colta Europea.
Ultimo set di sabato al Teatro Italia è con Errichetta Underground. Errichetta è uno spirito, una forza che aleggia sul festival così come su ogni performance del gruppo. Dal motto originario della band “play with joy or do not play” poco è cambiato: la musica è l’occasione per rifondare una comunità di cui sono parte indissolubile musicisti e pubblico. Per questo Errichetta è un’entità organica che è cresciuta negli anni incorporando le esperienze di musicisti girovaghi, ridisegnando una geografia che si muove tra Corsica, Grecia, Turchia, Romania, Macedonia, Portogallo, Olanda, Francia, Germania, Austria e Stati Uniti.
Il programma di spettacolo dal vivo è accompagnato da tre seminari gratuiti che si terranno al Teatro Italia in collaborazione con Ismeo.
Giovedì 7 dicembre Hosna Parsa introduce i diversi stili musicali iraniani, con un approfondimento del Radif e una panoramica sui diversi strumenti musicali.
Venerdì 8 dicembre Evgenios Voulgaris uno dei più rinomati pedagoghi nell’ambito della musica modale, trasmette con passione le sue conoscenze del Rebetiko e del Maqam Ottomano.
Sabato 9 dicembre i libanesi Farah Kaddour e Firas Andari, con l’intervento di altri musicisti libanesi che compongono l’ensemble ospite del festival esamineranno le tradizioni musicali arabe levantine: maqam, una lingua con molti dialetti.
Dal 13 al 15 ottobre 2023 al Nuovo Cinema Aquila, al Pigneto la Fondazione Maitreya – Istituto di cultura buddhista e Asiatica Film Festival (JCI), con il sostegno dell’otto per mille dell’Unione Buddhista Italiana presentano la seconda edizione di INCONTRI CON IL CINEMA BUDDHISTA, dove in tre giorni si potranno vedere gratuitamente 13 film provenienti da Birmania, Cina, Cambogia, Francia, Finlandia, Giappone, Hong Kong, Italia, Malawi, Nepal e Thailandia che presentano il buddismo come religione, disciplina, filosofia, teologia, mitologia, tradizione pittorica e letteraria tra documentari, fiction e corti selezionati.
Dopo il successo della prima edizione la rassegna continua a promuovere la cultura cinematografica mondiale ispirata al sentiero tracciato dal Buddha, la cui non-violenza affonda le sue radici nella coscienza religiosa dell’uomo. Nella versione appena restaurata in 4K in programma il film più pacifista sul conflitto mondiale: “L’arpa Birmana” diretto dal maestro Kon Ichikawa, il “Frank Capra nipponico”. Nominato nel 1956 all’Oscar come miglior film straniero. “L’arpa birmana” è un’opera magistrale, contro l’angoscia, l’irrazionalità e l’insensatezza della guerra che mostra il potere di chi, senza paura, incarna la pace.
In “Karmalink” di Jake Watchel un ragazzino di Phnom Penh con i suoi amici tra l’uso dell’intelligenza artificiale, sogni di una vita passata e nanotecnologia trasforma la città cambogiana in un luogo dove scienza e metafisica si intersecano; “Dark Red Forest” di Jin Huaquing porta gli spettatori in un’area estrema nel vasto altopiano del Tibet, dove si svolge nei pressi del Monastero Yarchen l’annuale ritiro di migliaia di monache buddiste tibetane, nei cento giorni più freddi dell’anno. Ancora più in alto degli altopiani inesplorati tibetani, tra cielo e terra, un fotografo e un romanziere si confrontano in una maestosa esplorazione in “The Velvet Qeen” di Marie Amiguet e Vincent Munier. In questo luogo spettacolare, nel santuario del leopardo delle nevi, ogni immagine preziosa può trasmettere emozioni e incontri inaspettati: nelle valli e sulle alte cime della montagna dove vige la lealtà spontanea dei duelli del mondo animale.
Storicamente, i monaci buddhisti in India facevano del camminare una parte cruciale della loro pratica quotidiana, rimanendo consapevoli passo dopo passo. “Camminare come Buddha” è una forma di meditazione diffusa anche nel buddismo zen giapponese e coreano. Nel cammino alla ricerca di un maestro eremita, in “The Mountain Path” un giovane appassionato, il regista Edward Burger, incontra monaci, tra le montagne cinesi, apparentemente lontani dal mondo, ma quotidianamente con i piedi sulla terra: la loro saggezza è trasmessa attraverso la pratica della cura del pianeta.
Tra i più famosi e acclamati registi artisti taiwanesi, Tsai Ming Liang con “Walker”, prodotto dall’Hong Kong International Film Festival, fa camminare a capo chino un monaco buddista in meditazione nella metropoli di Hong Kong; i suoi movimenti lentissimi, performativi e imperturbabili nella frenesia della metropoli costituiscono un contrappunto ipnotico. La tunica rossa indossata e agita dall’attore Lee Kang-sheng è una sorta di meditazione camminata, di teatro, di esperienza visuale cinematografica non-narrativa a cui Tsai Ming Liang lavora da decenni.
In “Tukdam: between worlds” Donagh Coleman indaga la soglia della morte in meditazione che ibrida la vita e la morte a un livello senza precedenti. I buddisti tibetani chiamano tukdam quando i meditatori esperti muoiono in modo consapevolmente controllato. Sebbene siano morti secondo i nostri standard biomedici, spesso rimangono seduti in meditazione, senza cambiamenti fisici e senza decomporsi per giorni. Il fenomeno è documentato in una prospettiva scientifica: inspiegabile per i neuro-scienziati, da indagare per il Dalai Lama, con una serie di dialoghi tra esperti e tradizioni nel tentativo di svelare il mistero del tukdam tibetano.
Ambientato e girato in un remoto monastero nello Stato Shan, in una guerra decennale contro il governo autoritario militare del Myanmar, “Golden Kingdom” ha per protagonisti quattro orfani, giovanissimi monaci novizi, lasciati soli alle prese con la foresta e i suoi fenomeni magici nonché con eventi intrecciati alla politica e storia del Myanmar. Il lungometraggio è stato il primo girato nel breve periodo di riapertura del paese.
Di autoritarismo e orfani ci racconta anche “Buddha in Africa” di Nichole Schafer, dove un adolescente malawiano si trova diviso tra le radici africane e l’educazione cinese autoritaria imposta nell’orfanatrofio. Nel contesto dell’espansione della Cina sul continente, “Buddha in Africa” offre le stridenti contraddizioni sulla visione del futuro dei giovani africani divisi tra due culture, due identità.
Di adolescenti nepalesi e della loro gioiosa band confinata su un autobus abbandonato tra le montagne himalayane ci racconta “The Silent Echo”, del regista Suman Sen. “Yomigaeru”,di Alessandro Trapani,è la testimonianza in presa diretta di un viaggio di un musicista jazz dall’Ilva di Taranto a Fukushima, colpita dallo tsunami e dal disastro della centrale nucleare; uno scambio tra la musica di un contrabbasso e le storie che gli abitanti di una natura contaminata offrono al musicista.
Prodotto e girato in Thailandia, “Angulimala” è la storia diun personaggio reso folle dalla meditazione per la quale arriva a uccidere chiunque, nell’illusione di alleviare le sofferenze del mondo. Fino all’apparizione, tra luci sfolgoranti, del Buddha che lo conduce alla retta visione. Sorta di thriller psico-furente, l’epico kollosal “Angulimala” verrà proiettato in anteprima nella versione restaurata in 4K.
La tradizione buddista è piena di grandi storie che si adattano bene al cinema, i tre giorni d’incontri seguendo a zig-zag il sentiero del Buddha, vogliono offrire oltre al piacere di un cinema diverso, inedito, presentato sul grande schermo in sala, un viaggio della mente all’insegna della consapevolezza.
pogramma del festival dal 25 agosto al 3 settembre
Alla Biblioteca Laurentina, in collaborazione con il Woman Life Freedom Italy verrà presentata una serata di arte e spettacolo iraniani. Elnaz Yousefi danzatrice classica persiana e coreografa sarà accompagnata dal vivo da Hosna Parsa (kamancheh), Vahid Hajihosseini (santur).
La giornata dedicata all’Iran prevede due eventi. Qui la musica folcloristica persiana eseguita da Barbad Project composto dai fratelli Reza, Hamid e Navid Mohsenipour, ormai noti nel panorama musicale italiano e già presentati con successo da Officina delle Culture, saranno accompagnati dalla splendida voce di Ghazal Rad che esplora il canto folclorico ormai da tempo.
In una didattica che promuove la condivisione di saperi e il divertimento, in uno spazio aperto a musicisti di tutte le età e tutti i livelli, il noto percussionista Moustapha Mbengue svelerà le tecniche del tamburo, condividendo con i partecipanti le ritmiche africane e la capacità di suonare insieme divertendosi.
Officina estate ospita un maestro dell’arte dell’incontro tra culture e amante delle periferie, Moni Ovadia che con i Taraf de Metropulitana proporrà Tzigeuner Lied canti e storie per raccontare il viaggio parallelo di due culture musicali come quella ebraica e quella zingara. Una serata veramente da non perdere con una delle personalità più importanti e conosciute del panorama artistico non solo italiano. Attore, regista, scrittore, compositore, musicista, da sempre impegnato e partecipe nei temi più scottanti della società e della cultura del paese: razzismo, povertà, antisemitismo, tutto affrontato con gli strumenti della grande arte, del grande spettacolo. Il concerto sarà una occasione per conoscere più da vicino la genesi di alcuni canti che ci fanno ridere, pensare, ringraziare il cielo e ballare, senza sosta, al ritmo del virtuosismo dei musicanti gitani.
Urban Dance Contest nasce come nuovo concept di evento nazionale per promuovere la danza urbana in tutte le sue forme in Italia. Il format, aperto a tutte le ASD, si pone come obiettivo la valorizzazione di tutte le discipline Street (HipHop e Contaminazioni), mettendo al centro della scena le crew, i gruppi di ballerini e il loro lavoro coreografico, i solisti, i freestyler e i breaker, di tutte le età e livello.
L’evento partirà dalle ore 15:00 con masterclass per ogni età e livello, tutte gratuite, condotte da diversi artisti professionisti:
Elena Fanelli, Contemporary ore 15:00
Sunty Del Pomo, Pilates ore 15:45
Flacko Damiani, Krump ore 16:00
Wolly: Dancehall ore 16:30
Sonny Olumati, Hip-Hop e House Dance ore 17:00
le masterclass sfoceranno poi in un contest 1vs1 in cui ci si potrà sfidare mettendo in pratica tutte le conoscenze e mostrando se stessi. La battle di storytellers avrà poi un vincitore che verrà premiato da tre giudici che seguiranno l’intera competizione. Questo fantastico e dinamico evento, che prende il nome di “Raccontaci”, da cui l’idea di portare un contest basato sull’interpretazione personale della danza e dell’arte in generale, filtrate dalle singole persone in modo soggettivo, è a sua volta inserito in un ulteriore evento di segnalazioni letterarie presentato da Riccardo Evangelista, che inizierà alle ore 19:15, nel medesimo piazzale Elsa Morante, con la partecipazione di Giorgia Messa, Alessandro Orofino, Sonny Olumati, Federico Sergio, e in collegamento, il fondatore di segnalazioni letterarie Alberto Raffaelli, di dibattere su letteratura, libri e cultura. L’ingresso e la partecipazione al contest e ad entrambi gli eventi è totalmente gratuito e aperto a chiunque voglia partecipare e respirare un po’ di arte.
Info e iscrizioni all’Urban Dance Contest entro il 25 agosto: iscrizionicontest2023@gmail.com
Info e prenotazioni per l’evento letterario: albertoraf2@gmail.com
“Io vedo…” è una performance tenuta dalla performer Barbara Lalle che conclude un percorso creativo iniziato il 21 luglio nato dall’idea di dare la possibilità alle persone di fermarsi un attimo prendendosi una pausa dalla vita frenetica di tutti i giorni per dedicarsi del tempo per guardarsi dentro con i loro stessi occhi e descrivere ciò che vedono realmente. Lo spettacolo è accompagnato dall’istallazione sonora di Eugenio Scrivano che attraverso la musica riesce a rendere la sensibilità delle parole delle persone con una profondità tale da entrare nei vostri cuori.
Ospiti di questa serata saranno i protagonisti del progetto equosolidale “Le Botteghe Del Mondo”, donne e uomini che lottano da tempo per realizzare e promuovere un nuovo tipo di commercio che è possibile realizzare; loro ne sono la prova. Racconteranno una storia che include tante storie: si viaggerà con i protagonisti delle botteghe del mondo, costruttori di ponti con i paesi più svantaggiati e imprenditori per uno sviluppo sostenibile. Si parlerà di valori umani, tra resistenza e lotta, pace tra popoli e culture diverse, natura e rispetto per essa. Non mancherrano però botteghe che mostrenanno il processo di produzione alla base del loro commercio e un’ondata di innovazione che vi farà conoscere tutte le possibili sfide future che continuerà ad affrontare il commercio equo. Alla serata saranno ospiti anche i migranti del centro San Bernardo di Via Laurentina, protagonisti del laboratorio “Black Reality: odio gli indifferenti” che ci accompagneranno con performance a cura di Gianluca Riggi.
Dal 1 al 3 settembre ospitiamo tre serate di teatro nel festival a cura di Marcello Sambati, intitolate “L’Immaginario Ha Gli Occhi Aperti”.
L’immaginario che precede e nutre il pensiero, coscienza e sentimento del tempo come flusso, che esalta l’accadere nel suo ritmo biologico, che si arresta nella sospensione, nell’opera concepita come attimo fuggente. L’opposto della rappresentazione o della forma non è il frammento, ma il continuo: la forma è il limite che appartiene alla lingua dell’immaginazione , che lega insieme le alterità, le differenze, il prima e dopo, il luminoso e l’impalpabile, le tenebre alla luce, lo sguardo all’inconoscibile.
Un viaggio in una terra vergine tra foreste di linguaggi e territori che il teatro raramente frequenta e in cui la poesia, la danza e la musica esplorano e vi dimorano.
Si propone un laboratorio intensivo che vuole affrontare il tema dell’indifferenza, che vuole creare interessi culturali ed artistici in luoghi desueti o in gruppi di persone non preparate ad affrontare simili percorsi: quante cose cambiano intorno a noi anche quotidianamente senza che apparentemente nulla muti nelle nostre vite, ma in realtà meno siamo suscettibili al mutamento più i nostri sensi si pietrificano, diveniamo incapaci di vedere, di sentire, di commuoverci e commuovere.
I prossimi appuntamenti si svolgeranno presso il Centro Sai San Bernardo in via Laurentina, 447.
Il 30 agosto un esito di laboratorio aperto al pubblico sarà in programma presso la Biblioteca Laurentina.
“Io vedo….” è una la performance partecipativa di lunga durata e riprese; un incontro dove si incrociano racconto, autonarrazione, esperienze, suggestioni intorno allo sguardo di chi parteciperà.
Barbara Lalle (performer), Eugenio Scrivano (intervento sonoro e musicale), Michela Becchis e Roberta Melasecca (curatrici)
La città inservibile. Morfologie indisciplinate, una mostra-progetto a cura di Michela Becchis, realizzata con il contributo e l’organizzazione di Officine delle Culture aps.
Opening giovedì 20 aprile, dalle ore 18,00 alle 21,00
Finissage sabato 13 maggio, dalle 18,00 alle 21,00
La città inservibile è il punto di arrivo di un percorso iniziato un anno fa e che ha visto dialogare in più occasioni 4 artiste e 4 studiose intorno al tema della città e dello spazio urbano. L’incontro fra le diverse sensibilità nell’indagare un “luogo” dalle molte identità, spesso permeato da visioni pregiudiziali, restituisce 4 mostre, molto differenti per medium e immaginari attivati, ciascuna con uno suo spazio definito all’interno di Studio Campo Boario ma tutte allestite in contemporanea: sono percorsi paralleli scaturiti dallo stesso campo di ricerca, frutto di una serie di riflessioni che si sono accavallate nel tempo.
Il risultato è una intensa trama di relazioni che si rimandano l’un l’altra, offrendo un ventaglio di letture della città: sono letture lucide, conflittuali, illuminate da angolazioni impreviste, che criticano e frantumano qualsiasi cornice omologante. Quali corpi attraversano le nostre città? Quale sguardo oltrepassa la paura per elaborare al femminile pratiche di libertà? Come si può costruire uno spazio urbano dove l’inquietudine si trasformi in elemento conoscitivo e il turbamento in dispositivo per far emergere nuove visioni?
Questo dialogo, non usuale e aperto, ha “formato” delle coppie che agiscono insieme in questo arcipelago di esposizioni:
Sonia Andresano con Michela Becchis, storica dell’arte e curatrice;
Un disordine difficilmente sanabile riempie lo spazio. Un dissesto che compromette l’equilibrio si espande in un sotterraneo romano. Sulla pavimentazione si specchia l’immagine di una risalita, in questa geometria del disagio, un paesaggio riemerge da una buca.
Francesca Balducci con Daniela Angelucci, docente di Estetica;
Le 12 tavole che compongono il lavoro di Balducci rappresentano paesaggi materici inglobati all’interno di figure. Frutto di una pratica di cammino condotta all’interno della città intesa come relazioni e imprevisti e testimonianza delle alterità incontrate, delle emozioni vissute nei luoghi attraversati.
Matilde Cenci con Federica Castelli, docente di Filosofia politica;
Nel suo lavoro fotografico, Cenci costruisce una “città del desiderio” che accoglie elementi naturali e tecnologici con una sua mitologia, un suo passato, suoi abitanti: antichi disegni di cellule diventano le sue mappe e alcune creature alchemiche si presentano come idoli di un luogo urbano che sfugge a ogni binarismo.
Priscilla Pallante con Serena Olcuire, urbanista.
Uno studio preparatorio sulla percezione subliminale nello spazio urbano attraverso modelli, quantitative data, rappresentazioni, artifici. l’Umano e l’Artificiale collaborano ad una riflessione su quanto il pre-giudizio o l’assenza di uno sguardo giudicante possano condurre ad un’alterazione dei dati o, talvolta, alla loro sublimazione.
Il 26 aprile alle 18,00 talk con tutte le protagoniste del progetto.
Il 6 maggio Francesca Balducci e Daniela Angelucci condurranno un laboratorio in cui i partecipanti daranno vita a una personale mappatura di Roma, un’autonarrazione visiva dei luoghi.
La città inservibile, a cura di Michela Becchis.
Studio Campo Boario di Alberto D’Amico, via Campo Boario 4
Orari: dal giovedì al sabato 18,00 – 20,00 o su appuntamento
L’Officina delle Culture aps in collaborazione con l’associazione Rosa Shocking, Pindoc e ItaliAllegra tra Spinaceto, Tor de’ Cenci, Vitinia, Castel di Leva, Laurentino e Valco San Paolo anima questo grande territorio periferico di musica e danza fino al 20 dicembre con And suddenly I’m not so alone – e improvvisamente non sono così solo. Il progetto è realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione generale Spettacolo ed è vincitore dell’Avviso Pubblico Lo spettacolo dal vivo fuori dal Centro – Anno 2022 promosso da Roma Capitale – Dipartimento Attività Culturali.
Il 19 dicembre And suddenly I’m not so alone propone IL CONCERTO DI NATALE PIU’ POP DELLA CAPITALE. Il progetto nasce da un’idea del M° Claudio Zitti, fondatore insieme alla cantante Ina Casalino dell’Associazione ItaliAllegra; noto musicista ha calcato i palchi di tutto il mondo come Pianista/Tastierista di numerosi artisti italiani, fra cui Laura Pausini, Ron, Biagio Antonacci, Sabrina Salerno, Patty Pravo, Mietta, Al Bano e Romina Power, Nicola di Bari e molti altri. Da qualche anno Claudio Zitti è tornato ad insegnare nella scuola pubblica e ha voluto mettere al servizio dei ragazzi la sua esperienza in campo musicale dando vita al Concerto di Natale più pop della capitale. Per realizzare tale progetto ha chiamato i suoi “amici musicisti”, compagni di tanti concerti e tourneé.
Lo spettacolo prevede uno “show musicale” di circa h. 2,00 nel quale verranno eseguite le canzoni più famose legate al Natale……. e non solo!
Ospiti della serata insieme agli allievi e alle allieve musiciste di Claudio e Ina saranno Sabrina Marciano, protagonista femminile del Musical di successo Mamma Mia, Marco Boni che ha rappresentato l’Italia allo Junior Eurovision Song Contest 2018, Ernesto Schinella ex bambino prodigio, ha esordito nel programma “Ti lascio una canzone” condotta da Antonella Clerici, la giovane artista Sarah Jane Olog, il giovane cantautore Joao Ratini,Nicolò D’Angelo il crooner romano, leader della grande Orchestra The Unforgetable, che parallelamente porta avanti un progetto importante di Musicoterapia a sostegno dei bambini autistici, Guido Trotto attivo nel panorama del pianobar romano, l’attrice di teatro Giorgia Palmucci, l’attore – cabarettista Gianfranco Phino.
Tutti saranno accompagnati dalla Christmas WonderBand diretta dal M° Claudio Zitti così formata: alla chitarra Stefano Antonelli, alla batteria Salvatore Leggieri, al basso Francesco Puglisi, al sassofono Alessandro Tomei, al pianoforte Morgan Zitti…e come ogni anno, non mancheranno le sorprese.
Simone Alessandrini, Gabriel Marciano, Federico Pascucci, Filippo Bianchini, Federico D’Angelo
TROMBONI
Edward Arosemena, Andrea Serino, Andrea Angeloni, Stefano Coccia
Vittorio Solimene – Piano
Giulio Scianatico – Contrabbasso
Valerio Vantaggio – Batteria
L’Officina delle Culture aps in collaborazione con l’associazione Rosa Shocking, Pindoc e ItaliAllegra tra Spinaceto, Tor de’ Cenci, Vitinia, Castel di Leva, Laurentino e Valco San Paolo anima questo grande territorio periferico di musica e danza fino al 20 dicembre con And suddenly I’m not so alone – e improvvisamente non sono così solo. Il progetto è realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione generale Spettacolo ed è vincitore dell’Avviso Pubblico Lo spettacolo dal vivo fuori dal Centro – Anno 2022 promosso da Roma Capitale – Dipartimento Attività Culturali.
Il 20 dicembre And suddenly I’m not so alone propone la MeJO Metropolitan Jazz Orchestra in concerto, un ensemble di musicisti e arrangiatori giovanissimi e molto talentuosi che ospitano in questo concerto Francesco Lento che suona Cedar Walton
La MeJO (Metropolitan Jazz Orchestra), nata da un’idea di Giacomo Serino e Iacopo Teolis, è una big band di sedici elementi composta da alcuni dei migliori solisti Jazz attivi nel panorama musicale romano e nazionale. La caratteristica della MeJO è la collaborazione con ospiti e direttori differenti all’incirca ogni quadrimestre, aggiornando il proprio repertorio e arricchendo così la propria esperienza e identità musicale.
Un’orchestra ‘dal basso’, dunque, che ha come ulteriore linea guida quella di commissionare gli arrangiamenti ai giovani compositori e arrangiatori italiani, così da potere suonare le loro opere altrimenti silenti. In un solo anno di attività le collaborazioni sono state con Antonello Sorrentino, disco in uscita nel 2023, Giovanni Amato, concerto al RomArt Factory, con Peppe Servillo, Costanza Alegiani, Marco Tiso e Gianluigi Giannatempo alla Casa Del Jazz.
SPAZIO ROSSELLINI Via della vasca Navale, 58 Biglietti 15,00 € ridotti 10 € Prevendita su Dice.fm Info officinadelleculture.org